Le divisioni più vicine al territorio italiano, come quelle dislocate in Slovenia, cercarono, dopo l'armistizio, di rientrare in patria, ma le marce di interi reparti si concludono spesso nelle strettoie di Fiume e del Carso triestino, dove i tedeschi rastrellano grandi quantità di uomini e li avviano ai campi d'internamento. Per alcuni, però, le zone boschive della Slovenia sono i luoghi per tentativi, spesso riusciti, di sfuggire alla cattura e conservare le armi. Esemplare il caso del generale Guido Cerruti, comandante della divisione Isonzo, che si unisce ai partigiani in Slovenia e combatte da semplice soldato fino al 28 settembre, quando viene fatto prigioniero (I. Muraca, I partigiani all'estero: la Resistenza fuori d'Italia, in E. Collotti, R. Sandri, F. Sessi, Dizionario della Resistenza, Torino, Einaudi, 2006, p. 466; E. Aga Rossi, M.T. Giusti, Una guerra a parte. I militari italiani nei Balcani, Bologna, Il Mulino, 2011, p. 607, n. 197. Cerruti è inserito nella lista dei criminali di guerra presentata alle Nazioni Unite nel 1948, per fatti relativi al periodo precedente l'armistizio: cfr. http://www.criminidiguerra.it/ElenCrimDett.shtml).