Conquistata dagli italiani nel 1911-12 insieme alla Cirenaica, questa parte del territorio libico viene affidata, oltre che a varie figure di secondo piano, al generale Giovanni Ameglio (1854-1921) e successivamente, nel passaggio tra crisi dello stato liberale e avvento del fascismo, al finanziere Giuseppe Volpi, che si occupa, come avrebbe scritto Badoglio, della vera e propria “colonizzazione della Tripolitania” (cit. in A. Del Boca, Gli italiani in Libia, Milano, Mondadori, 1994, vol. I, p. 259). Inizia così la cosiddetta “riconquista” di una regione che è, come la confinante Cirenaica, rimasta riottosa e ribelle alla dominazione italiana. La pacificazione della Tripolitania, negli anni di Volpi (1921-1925), De Bono (1925-1929) e Badoglio (1929-1933), procede più speditamente rispetto a quella della Cirenaica, ma ciò non significa che le popolazioni locali non paghino le conseguenze di un'occupazione coloniale violenta e irrispettosa dei territori e delle genti che li abitano. Anche alcune tribù tripolitane, come quelle cirenaiche, subiscono provvedimenti di confinamento e confische di terre. Nel 1930 la riconquista della Tripolitania può dirsi conclusa.