Quella che nel 1936, dopo la conquista dell'Etiopia, assume il nome di Africa Orientale Italiana, raggruppa in un'unica entità l'impero etiope, la Somalia italiana e l'Eritrea. La presenza italiana nell'area del Corno d'Africa risale alla fine del XIX secolo quando, dopo una prima fase di penetrazione commerciale, l'Italia liberale riesce a insediarsi in Eritrea, dove dà vita a una colonia riconosciuta ufficialmente nel 1889 mediante il trattato di Uccialli. Tale trattato, stipulato tra il Regno d'Italia e l'Impero d'Etiopia, e soprattutto la diversa interpretazione che i due contraenti ne danno, è una delle cause della guerra d'Abissinia, che si conclude nel 1896 con la sconfitta dell'Italia. Quest'ultima, nel frattempo, ha rivolto le proprie attenzioni anche verso la Somalia. Nel febbraio 1889, dopo una serie di iniziative di penetrazione commerciale e militare, una parte consistente del territorio meridionale somalo diviene un protettorato italiano. La guerra d'Etiopia (seconda guerra d'Abissinia) del 1935-1936 e la conquista di Addis Abeba completano il quadro. Con la proclamazione dell'Impero, l'AOI è affidata ad alcuni viceré, che hanno il titolo di “viceré d'Etiopia”: il maresciallo Pietro Badoglio dal maggio al settembre 1936; il maresciallo Rodolfo Graziani dal giugno 1936 all'ottobre 1937; Amedeo di Savoia-Aosta dall'ottobre 1937 al 19 maggio 1941 (il duca cade prigioniero dei britannici); il generale Pietro Gazzera dal maggio al luglio 1941; il generale Guglielmo Nasi, dal luglio al novembre 1941. La seconda guerra mondiale determina, già nel novembre 1941, la fine del dominio italiano sull'area.