"Di tutti i popoli, di tutte le razze, veniste a noi come fratelli,
figli della Spagna immortale,
e nei giorni più duri della nostra guerra,
quando la capitale della Repubblica spagnola era minacciata,
foste voi, valorosi compagni delle Brigate Internazionali,
che contribuiste a salvarla con il vostro entusiasmo combattivo,
il vostro eroismo e il vostro spirito di sacrificio".
Dolores Ibarruri
Discorso per lo scioglimento delle Brigate Internazionali (1939)
Nei mesi successivi allo scoppio della guerra civile, le forze politiche e sindacali legate al Fronte Popolare organizzano la difesa della Repubblica creando colonne armate alle quali, progressivamente, si uniscono volontari provenienti da tutto il mondo.
Tra queste colonne si distinguono la Colonna Durruti, guidata dal popolarissimo comandante anarchico Buonaventura Durruti (1896-1936), che cadrà nella difesa di Madrid, e il Quinto Reggimento, creato dai comunisti e comandato da Enrique Lister (1907-1994) e Juan Modesto (1906-1969).
I volontari delle Brigate Internazionali, promosse, organizzate e radunate in Spagna dall'Internazionale comunista, provengono da 52 paesi diversi, sono circa 40.000 e migliaia di loro moriranno in combattimento. In tutti i paesi europei e in America si moltiplicano le iniziative e le raccolte di aiuti a favore della Repubblica. Nascono così organismi quali il Comitato internazionale per l'aiuto al popolo spagnolo e il Soccorso Rosso internazionale.
Secondo l'opinione di molti storici, la sconfitta della Repubblica è in gran parte dovuta alle divisioni interne al Frente Popular. Fra le sue fila, infatti, prevale la frammentazione, la dispersione delle risorse economiche, militari e umane. A seconda delle zone, il potere, e di conseguenza la gestione delle azioni, è in mano a gruppi diversi che non riescono a coordinarsi, e nei quali si riflettono le contraddizioni dell'antifascismo e del socialcomunismo mondiale, le difficolta con gli anarchici etc. La guerra, combattuta contro un esercito vero e proprio, strutturato e bene armato, finisce con l'essere ingestibile.
Si cementano i contrasti dovuti ai differenti obiettivi sociali e politici, aggravati dall'ingerenza dell'unico sostenitore economico della Repubblica – l'URSS di Stalin – che mira ad affermare la supremazia comunista all'interno dei resistenti, anche a rischio della perdita di posizioni, come di fatto avviene durante i quattro giorni di scontro armato a Barcellona nel 1937, scontri interni fra comunisti da una parte e anarchici e POUM – Partito Operaio di unificazione marxista – dall'altra. Il POUM viene addirittura dichiarato fuorilegge nel 1938 dal fronte repubblicano filogovernativo e i suoi leader arrestati e, perlopiù, assassinati.
In tale contesto, Francisco Franco non può che avere la meglio. Dopo la conferenza di Monaco, nella quale si discute la sorte del territorio cecoslovacco dei Sudeti, che viene praticamente regalato a Hitler da Gran Bretagna e Francia, l'Unione Sovietica abbandona l'idea di un'alleanza con le potenze democratiche e finisce con l'interrompere l'invio di aiuti in Spagna. La strada per la vittoria di Franco è spianata.