Pochi giorni prima dell'insurrezione generale, il 14 aprile 1945, si tiene presso residenza di Mussolini sul lago di Garda, Villa Feltrinelli a Gargnano, una riunione, che sarebbe stata l'ultima, tra i rappresentanti tedeschi e i vertici di Salò. Sono presenti, oltre a Mussolini, Alessandro Pavolini (1903-1945), Rodolfo Graziani (1882-1945), l'ambasciatore Rudolf Rahn (1900-1975), il generale delle SS Karl Wolff (1900-1984), il colonnello Eugen Dollmann (1900-1985). È in questa occasione che si parla del RAR, Ridotto Alpino Repubblicano, noto anche come ridotto della Valtellina, il luogo dove i fascisti dovrebbero organizzare la difesa finale della RSI.
È Pavolini che illustra un progetto a metà l'illusione del riscatto e il vero e proprio delirio di un gruppo di uomini disperati e consapevoli dell'avvicinarsi della sconfitta definitiva. Il piano prevede il concentramento di 50 mila uomini, l'approntamento di ingenti scorte in armi e viveri, l'allestimento di rifugi e postazioni difensive. Pavolini progetta anche di trasferirvi le ceneri di Dante, come massima espressione simbolica dell'italianità, di installarvi una potente stazione radiofonica e una tipografia. L'esposizione del segretario del partito è accolta da Graziani con scetticismo e con ironico disinteresse dai tedeschi. Naturalmente non se ne farà nulla.