Le Squadre di azione patriottica (SAP) nascono su iniziativa delle brigate Garibaldi nell'estate del 1944. Hanno il compito di sviluppare il «coinvolgimento popolare nella guerra di liberazione, nelle città e nelle campagne» (R. Sandri, Squadre di azione patriottica, in E. Collotti, R. Sandri, F. Sessi, Dizionario della Resistenza, Torino, Einaudi, 2006, p. 459). Dirette quindi a organizzare le masse, soprattutto in vista dell'insurrezione generale, le SAP si sviluppano soprattutto all'interno dei luoghi di lavoro – in particolare, le fabbriche e le campagne – e secondo Longo (agosto 1944, cit. ibidem), costituiscono «la riserva ausiliaria territoriale delle “brigate d'assalto Garibaldi” e delle brigate gap»; sono un'«organizzazione unitaria di massa» e non prevedono un inquadramento costante nei reparti partigiani, ma un'attività quotidiana nei luoghi consueti della vita dei singoli. «Il campo d'azione – scrive sempre Longo, vicecomandante del CVL – delle sap è vastissimo: dalla difesa collettiva armata contro i soprusi e le violenze tedesche e fasciste per impedire la requisizione del grano, degli altri prodotti agricoli e del bestiame […] a una azione costante di sabotaggio delle vie di comunicazione […]. Compito precipuo delle sap è quello di assicurare la protezione delle manifestazioni popolari di massa e di sviluppare forme audaci di propaganda e di mobilitazione delle masse per la battaglia insurrezionale».
Le SAP sono dunque il tramite fra la città e la montagna, tra chi combatte e la popolazione. Fungono, inoltre, da “riserva” per i partigiani alla macchia e infatti provvedono all'addestramento e alla preparazione di coloro che vogliono entrare nelle formazioni. In realtà, con il passare dei mesi, anche le SAP si organizzano in reparti: nell'autunno del 1944 tra Emilia Romagna, Liguria, Piemonte, Lombardia e Triveneto vengono costituite 50 brigate. Nell'inverno 1944-45 le SAP hanno compiti di collaborazione logistica con le brigate in montagna e ne curano la “pianurizzazione” in Piemonte, Veneto e Friuli, continuando però a operare anche nella guerriglia. Anche le formazioni GL e Matteotti sviluppano strutture simili alle SAP garibaldine, e talvolta le varie formazioni si uniscono per un coordinamento più efficace.
Le azioni di sabotaggio, le manifestazioni, gli scioperi organizzati dalle SAP proseguono fino all'insurrezione nazionale, nella quale le squadre «hanno un grande peso – sovente decisivo – […] prima che scendano nelle città e nelle pianure le brigate partigiane di montagna o arrivino le colonne angloamericane» (Ivi, p. 461).