La Cirenaica, preda degli italiani dagli anni Dieci del ‘900, è la zona più ricca della Libia. In particolare, l'altopiano del Gebel, grazie alla presenza di piogge costanti, offre maggiori possibilità di coltivazione e di allevamento rispetto al resto del paese. Al momento dell'intervento dell'Italia fascista nell'area, la vita delle popolazioni seminomadi di religione musulmana è regolata dalla Sanūsiyya, confraternita politico-religiosa nata nell'Ottocento. Articolata in numerose "zauie" periferiche, la Sanūsiyya regola i commerci, il pagamento delle decime e l'attività amministrativa e giudiziaria. Il carattere fortemente radicato della Sanūsiyya fa sì che in Cirenaica la ribellione alla colonizzazione italiana sia più diffusa e difficile da sconfiggere, in quanto “mimetizzata” nel territorio e sostenuta dalla popolazione.
Nel gennaio 1930 il Maresciallo Rodolfo Graziani (1882-1955) viene nominato vicegovernatore della Cirenaica e affianca il governatore Pietro Badoglio (1871-1956) nell'attuazione della "fase finale" della repressione della resistenza anti-italiana, guidata da Omar al-Mukhtar (1861-1931).
Si apre una guerra senza quartiere. Gli italiani attuano un piano di deportazioni delle tribù seminomadi che appoggiano i ribelli; impiccano i capi ribelli catturati; procedono a distruzioni e confische ai danni dei membri della guerriglia e delle loro famiglie; istituiscono tribunali che possono condannare a morte per possesso di armi da fuoco o pagamento di tributi ai ribelli; utilizzano bombe ad aggressivi chimici, come testimonia un dispaccio del 10 gennaio 1930 da parte di Badoglio e diretto al vicegovernatore Siciliani: "Si ricordi – scrive il maresciallo-governatore – che per Omar al-Mukhtar occorrono due cose: primo, ottimo servizio di informazioni; secondo, una buona sorpresa con aviazione e bombe iprite. Spero che dette bombe le saranno mandate al più presto" (cit. in A. Del Boca, Gli italiani in Libia, Milano, Mondadori, 1994, vol. II, p. 163)
L'uso di gas contro i ribelli non riguarda episodi isolati, anzi rientra in un piano preciso e sistematico. La pacificazione della Cirenaica dura circa due anni e si conclude con un impressionante bilancio di vittime tra la popolazione.
La resistenza anti-italiana viene sconfitta verso la fine del 1931, quando si ritrova isolata dalla popolazione, che la sosteneva, e braccata dalla aviazione. Nel gennaio cade Cufra, la città santa dei Senussi, e a settembre Omar al-Mukhtar viene catturato, condannato a morte e impiccato sulla pubblica piazza. In breve, ciò che resta della resistenza è costretto alla resa.