Nato a Carrara il 1° giugno 1896, morto a Roma il 22 gennaio 1956.
Figlio di un cavatore di marmo, riesce a conseguire il diploma di ragioniere per poi arruolarsi volontario nella prima guerra mondiale, che combatte come ufficiale dei bersaglieri. Già interventista, durante il conflitto guadagna due medaglie di bronzo. Successivamente, prende parte all'occupazione di Fiume con i legionari di Gabriele D'Annunzio.
Rivestiti i panni civili, torna a Carrara dove, nel maggio del 1921, fonda la sezione locale del fascio di combattimento e si fa immediatamente notare per la violenza, fatta di bastonature, manganellate e olio di ricino, delle azioni squadriste che personalmente organizza. Nell'estate del 1921, durante una spedizione a Sarzana, roccaforte delle sinistre, le squadre di Ricci vengono fermate dalla popolazione, sostenuta dagli Arditi del popolo e organizzata in un Comitato di difesa popolare. I cosiddetti “fatti di Sarzana” si sostanziano in più di un mese di scontri – contro i fascisti intervengono anche i carabinieri, ed è una delle poche volte in cui, in quel periodo, le istituzioni statali tentano di arginare la dilagante violenza fascista – che portano all'arresto di dodici squadristi, tra i quali lo stesso Ricci, e alla morte di numerose persone.
Nel 1923, Ricci, che è stato subito rilasciato, insieme agli altri, dal carcere di Sarzana, viene nominato alto commissario politico del partito fascista per la Toscana e alcune province settentrionali. Il gerarca carrarese fa anche parte del direttorio nazionale del PNF e, nell'agosto del 1924, dopo l'elezione alla Camera dei deputati, diviene vicesegretario nazionale del partito, carica che conserverà per alcuni anni. Rappresentante dell'ala intransigente del fascismo, dopo il delitto Matteotti si esprime a favore della dittatura, confermando la sua cieca sottomissione a Mussolini.
È una conferma che arriva anche in occasione dello sciopero dei cavatori di marmo di Carrara (1924), organizzato da Ricci e da questi immediatamente interrotto per ordine del duce.
La fedeltà del ras carrarese viene ripagata poco tempo dopo. Nel 1927 Ricci diventa presidente della neo-istituita (1926) Opera Nazionale Balilla, ente preposto all'inquadramento della gioventù italiana, la cui educazione “fisica e morale” (S. Setta, Ricci, Renato, in Dizionario del fascismo, a cura di V. de Grazia e S. Luzzatto, Torino, Einaudi, 2003, vol. II, p. 509) viene monopolizzata dal regime e sottratta alla cura di altre organizzazioni, e soprattutto dell'Azione cattolica. La creazione dell'ONB e la fascistizzazione dello sport operata da Ricci si concretizzano, tra le altre cose, nell'edificazione del Foro Mussolini, costruito con i marmi di Carrara. Ricci resta presidente dell'ente fino al 1937, quando assume l'incarico di sottosegretario e, poi (1939), di ministro, delle Corporazioni.
Nel gennaio 1941 partecipa, solo tra gli alti gerarchi, alla guerra sul fronte greco-albanese, guadagnando due medaglie d'argento.
Nel febbraio 1943 perde, come altri ministri, l'incarico governativo. Alla caduta del fascismo, il 25 luglio 1943, si rifugia in Germania; alla nascita della RSI, Ricci eredita il comando della vecchia milizia fascista, trasformata in Guardia Nazionale Repubblicana, e assume il rango di ministro di stato. Forte, nel quadro di moltiplicazione di reparti armati e polizie semi-private, è la rivalità tra il comandante della GNR e il generale Graziani, a capo delle forze armate della repubblica. I problemi con Graziani, ma anche con Pavolini, segretario del partito fascista repubblicano, e con gli alleati tedeschi, portano alla destituzione di Ricci già nell'agosto del 1944. La GNR viene incorporarata nell'esercito, e quindi affidata a Graziani. Per il gerarca della Lunigiana è una pesante sconfitta.
Gli ultimi atti della vita politica di Ricci sono la fuga e la clandestinità. Arrestato nel giugno del 1945, processato e condannato, è poi amnistiato e ritorna in libertà nel 1950.
Successivamente, si dedica al commercio, pur non rinnegando il proprio passato e assumendo la vicepresidenza dell'associazione ex combattenti della RSI. Muore di malattia a Roma nel 1956.