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Guerra in Val d’Orcia

Diario 1943-1944

Iris Origo, Le Balze, 2000, pp.304, euro 13,00

Tra il Monte Amiata e il lago Trasimeno, in una zona che fino a qualche decennio fa era dominio della nuda argilla, c’è una grande fattoria dal classico nome toscano, La Foce. Durante l’ultima guerra si aprì ai sofferenti e ai perseguitati: profughi, ribelli, bambini, senza tetto, prigionieri in fuga, ebrei braccati, partigiani feriti. Ospiti pericolosi, da sfamare e da proteggere, accolti dalla famiglia Origo.

Il mondo è una prigione

di Guglielmo Petroni, Feltrinelli, 2005, pp.142, euro 7,00

Tra il 3 maggio e il 4 giugno 1944, a Roma, lo scrittore Guglielmo Petroni è arrestato dai nazifascisti e condotto in carcere, dove subisce interrogatori e torture. Finchè, con l’arrivo degli Alleati, è salvato dalla condanna a morte e può fare ritorno a Lucca, sua città natale. Nuovamente libero, affronta il faticoso viaggio verso la Toscana, in preda a una sorta di smarrimento esistenziale e di spaesamento.

Ribellarsi è giusto

di Massimo Ottolenghi, Chiarelettere, 2011, pp.121, euro 12,00

"Occorre completare quello che nella rinascita della Liberazione purtroppo è rimasto incompiuto. Non si tratta di mere preoccupazioni giuridiche o tecniche. È in gioco la qualità umana del vostro futuro". (Dall’Appello, pubblicato in apertura del libro)

Una voce alta e forte, quella di Ottolenghi lanciata attraverso un intero secolo. È il grido di un avvocato, classe 1915, ebreo torinese, partigiano assieme ai padri della Costituzione. 

Da Spalato a Wietzendorf. 1943-1945

Storie degli internati militari italiani.

Enzo De Bernart, Mursia, 1973, pp.190

L’Autore, classe 1914, giornalista, fu richiamato alle armi nel 1940 con il grado di sottotenente di fanteria; dopo pochi mesi sul fronte greco-albanese fu rimpatriato per malattia, nel 1942, inviato a Spalato a dirigere un giornale per i soldati. In licenza a Roma il 25 luglio 1943, ritornò a Spalato subito dopo la caduta del fascismo e seguì dal comando della divisione “Bergamo” le tragiche vicende delle truppe italiane ivi dislocate, dopo l’8 settembre.

Intervista a Primo Levi, ex deportato

di Anna Bravo-Federico Cereja, Einaudi, 2011, pp.XXVI-96, euro 10,00

“Nel campo avevo un quaderno, non più di venti righe. Avevo troppa paura, il fatto stesso di scrivere era sospetto. Non erano appunti, era la voglia di tenere appunti, tanto sapevo che non avrei potuto conservare nulla. Se non nella memoria”.

“Testimone del vissuto”: così si presenta Primo Levi, in questa intervista del 1983 (tradotta in molti paesi tra cui Francia, Grecia e Argentina). In un dialogo con gli Autori, Levi racconta il retromondo dei gesti quotidiani ad Auschwitz, i volti e le storie dei personaggi dei suoi libri.

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