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Antifascismo e Resistenza tra i ferrovieri

di Massimo Taborri, ANPI Roma e Lazio, 2011, pp.68

Diversamente da quanto è avvenuto in altri Paesi, la partecipazione dei ferrovieri italiani alla lotta di Liberazione è stata poco studiata. Se si escludono alcune memorie di coloro che abbandonarono gli impianti e si arruolarono in montagna e qualche studio datato, come quello di Edio Vallini del 1964 (“Guerra sulle rotaie”), dedicato alla realtà lombarda.

L’uomo che sfidò Mussolini dal cielo

di Gino Nebiolo, Rubbettino editore, 2006, pp. XII-300, euro 18,00

Venerdì 11 luglio 1930: tra mezzogiorno e l’una; cielo di Milano; nuvole alte coprono a tratti il sole. A bassa quota appare un piccolo aeroplano grigio-argento, un Farman. Improvvisamente comincia una nevicata di manifestini bianchi, rossi e verdi. I volantini sono intestati “Giustizia e Libertà” e invitano i milanesi a protestare, manifestando il dissenso nei confronti del regime. L’audace pilota è Giovanni Bassanesi.

Il mondo è una prigione

di Guglielmo Petroni, Feltrinelli, 2005, pp.142, euro 7,00

Tra il 3 maggio e il 4 giugno 1944, a Roma, lo scrittore Guglielmo Petroni è arrestato dai nazifascisti e condotto in carcere, dove subisce interrogatori e torture. Finchè, con l’arrivo degli Alleati, è salvato dalla condanna a morte e può fare ritorno a Lucca, sua città natale. Nuovamente libero, affronta il faticoso viaggio verso la Toscana, in preda a una sorta di smarrimento esistenziale e di spaesamento.

Il Giusto che inventò il morbo di K

di Pietro Borromeo, Fermento, 2007, pp.61, euro 4,90

Secondo un proverbio talmudico “Chi salva una vita, è come se avesse salvato il mondo intero”, perché esso sussiste soltanto per merito delle azioni dei Giusti (uomini e donne) che vivono in mezzo a noi, tra le nazioni del mondo. In queste pagine c’è la storia del prof. Giovanni Borromeo (1898-1961), medico, dal mondo ebraico riconosciuto “Giusto” fra le Nazioni, il 2 marzo 2005.

Storia della mia morte

Il volo antifascista su Roma.

Lauro de Bosis, Mancosu, 2002, pp.125, euro 10,33

Cinquant’anni orsono, la sera del 3 ottobre 1931, Lauro de Bosis, giovane generoso, con grande coraggio, compiva un’impresa che si sarebbe conclusa tragicamente, come lui stesso aveva presagito. Con la sola forza dell’ideale e della fede nella libertà, lanciava la sua sfida alla tirannide fascista, realizzando il suo audace volo propagandistico per risvegliare le coscienze degli italiani al culto di quei valori per i quali si erano immolate intere generazioni di patrioti.

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