La mia ombra a Dachau
a cura di Dorothea Heisera, Mursia, 1997, pp.185.
“L’inferno di Dachau/l’ho conosciuto nel sole./Un campo, baracche allineate,/muro di recinzione, un fossato,/filo spinato percorso dalla morte.”
Associazione Nazionale Partigiani d'Italia
a cura di Mario Avagliano e Marco Palmieri, Einaudi, 2012, pp.XLIV-419, euro 14,00
La storia dei deportati italiani che finirono nei lager nazisti per motivi politici (contraddistinti con un “triangolo rosso”), in quanto componenti di gruppi partigiani, antifascisti o resistenti civili, è stata in larga parte dimenticata. Questo libro ricostruisce la loro vicenda e quella dei lavoratori coatti, attraverso le loro scritture private: lettere e diari. Molti erano di Roma, come i deportati del 4 gennaio 1944 del carcere di Regina Coeli, destinazione Mauthausen, o “rastrellati” del quartiere “ribelle” del Quadraro.
Stefania Consenti, Paoline - Collana Uomini e donne n. 126, 2011, pp. 144, euro 11,50
“Noi abbiamo tenuto vivo l’interesse, la fiammella della conoscenza sulla Shoah, ma il futuro dipende dall’uso che si farà di questa mole di documenti” (Nedo Fiano).
“La lezione del passato diventa paradigma per il riconoscimento dei segnali di devianza nella realtà attuale e richiama il tema della responsabilità. Per questo è importante continuare a parlare di Shoah” (Liliana Segre).
Anna Pizzuti, Donzelli, 2010, pp.VI-234, euro 24,00
“Signor questore di Frosinone non è stato possibile conoscere il luogo ove gli ebrei, qui internati, furono deportati”. Così scriveva il sindaco di San Donato Val di Comino nel 1945, a poco meno di un anno dalla conclusione della vicenda dei ventotto ebrei stranieri che, a partire dall’agosto del 1940, erano stati internati dal regime fascista nel paese in provincia di Frosinone, al confine con l’Abruzzo. Sedici deportati, di cui dodici deceduti nei lager nazisti, salvi gli altri grazie anche, in vari casi, all’aiuto ricevuto dagli abitanti del paese.
Gerardo Severino, Chillemi, 2011, pp.80, euro 12,00
Il 18 ottobre 1943, dal primo binario della stazione ferroviaria di Roma-Tiburtina, stipati in un convoglio di 18 carri merci, piombati, più di mille ebrei romani, intere famiglie, vecchi e bambini, strappati dalle loro case furono deportati ad Auschwitz-Birkenau.
a cura di Dorothea Heisera, Mursia, 1997, pp.185.
“L’inferno di Dachau/l’ho conosciuto nel sole./Un campo, baracche allineate,/muro di recinzione, un fossato,/filo spinato percorso dalla morte.”
Enzo De Bernart, Mursia, 1973, pp.190
L’Autore, classe 1914, giornalista, fu richiamato alle armi nel 1940 con il grado di sottotenente di fanteria; dopo pochi mesi sul fronte greco-albanese fu rimpatriato per malattia, nel 1942, inviato a Spalato a dirigere un giornale per i soldati. In licenza a Roma il 25 luglio 1943, ritornò a Spalato subito dopo la caduta del fascismo e seguì dal comando della divisione “Bergamo” le tragiche vicende delle truppe italiane ivi dislocate, dopo l’8 settembre.