3 gennaio
Mussolini, nel discorso di riapertura della Camera, ammette la propria responsabilità nel delitto Matteotti: “[…] io assumo, io solo, la responsabilità politica, morale, storica di tutto quanto è avvenuto… Se il fascismo è stato un'associazione a delinquere, io sono il capo di questa associazione a delinquere”. Dimissioni dal governo dei ministri liberali Alessandro Casati e Gino Sarrocchi.
6 gennaio
Il ministro dell'Interno Luigi Federzoni fornisce il primo bilancio delle misure volte a stroncare definitivamente l'opposizione antifascista nel paese: risultano chiusi 95 circoli "sospetti", sciolte 25 organizzazioni "sovversive", proibiti 120 gruppi di "Italia Libera", compiute 655 perquisizioni domiciliari; arrestati 111 "sovversivi". I sequestri dei giornali di opposizione sono all'ordine del giorno. Con il "Non mollare" dei fratelli Rosselli, a Firenze, sorge la prima stampa antifascista clandestina.
12 gennaio
Roberto Farinacci viene nominato segretario nazionale del partito fascista.
14 gennaio
In una sola seduta la maggioranza fascista alla Camera approva senza discussione la conversione in legge di 2.000 decreti-legge emessi dal governo.
27 febbraio
In Germania, ricostituzione del partito nazionalsocialista, che era stato messo al bando dopo il putsch del 1923.
6 marzo
A Bologna viene scandalosamente assolto in Corte d'assise il capo squadrista Augusto Regazzi, reo accertato di omicidio e vari altri delitti compiuti nella provincia.
21 aprile
Gli intellettuali fascisti, riunitisi in marzo a Bologna, pubblicano un "manifesto" redatto da Giovanni Gentile, che condanna lo stato democratico ed esalta la "patria fascista".
30 aprile
Gli intellettuali antifascisti rispondono con un manifesto redatto da Benedetto Croce.
1 maggio
Viene istituita l'Opera Nazionale Dopolavoro, per "promuovere il sano e proficuo impiego delle ore libere dei lavoratori".
4 luglio
Con l'istituzione di un comitato atto a individuare le strategie migliori per far raggiungere al paese l'autosufficienza nella produzione, si avvia la cosiddetta "Battaglia del grano".
20 luglio
Giovanni Amendola viene aggredito da fascisti a Montecatini e più tardi, a pochi chilometri da Pistoia, gravemente ferito.
2 ottobre
A Palazzo Vidoni (Roma) si firma un accordo di "collaborazione" tra Confindustria e Corporazioni sindacali fasciste.
4 ottobre
Notte di sangue a Firenze: uccisi dai fascisti il deputato socialista Gaetano Pilati, l'avvocato Gaetano Consolo (alla presenza della moglie e dei figli) e Giovanni Becciolini. Numerosi altri antifascisti vengono feriti e le loro case sono devastate.
16 ottobre
Mussolini interviene alla Conferenza di Locarno per il disarmo della frontiera renana.
28 ottobre
In vista dell'introduzione di leggi che andranno a stravolgere la costituzione del Regno, Mussolini annuncia il "superamento dello Statuto" albertino. L'Italia fascista è un'Italia che si vuole totalitaria, sulla scorta della formula "Tutto nello Stato, niente al di fuori dello Stato, nulla contro lo Stato".
3 novembre
Il quotidiano cattolico “Il Popolo” è costretto a cessare le pubblicazioni.
4 novembre
Attentato contro Mussolini organizzato dall'ex deputato socialista Tito Zaniboni. Scoperto il piano prima dell'attuazione, vengono arrestati Zaniboni e il generale Luigi Capello. Il governo ordina lo scioglimento del partito socialista unitario, cui lo Zaniboni appartiene, e la sospensione del quotidiano "La Giustizia". L'attentato è pretesto per l'introduzione di nuove leggi repressive.
8 novembre
Soppressa "La Rivoluzione liberale" e vietata ogni ulteriore attività editoriale a Piero Gobetti.
26 novembre
Legge contro la Massoneria e le libere associazioni.
27 novembre
Il governo introduce l'uso del saluto romano in tutte le amministrazioni civili.
28 novembre
I fratelli Crespi, proprietari del Corriere della Sera, costringono Luigi Albertini alle dimissioni dalla direzione del giornale che, da quel momento, appoggerà sempre più esplicitamente il fascismo.
10 dicembre 1925
È istituita l'Opera Nazionale Maternità e Infanzia (ONMI)
24 dicembre
Il Consiglio dei ministri approva una legge antistatutaria sulle attribuzioni e prerogative del capo del governo, e un'altra legge che autorizza il governo ad allontanare dal servizio tutti i funzionari statali dissidenti.