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Bibliografia di Resistenza e Fascismo

Bibliografia di Resistenza e Fascismo

L’uomo che sfidò Mussolini dal cielo

di Gino Nebiolo, Rubbettino editore, 2006, pp. XII-300, euro 18,00

Venerdì 11 luglio 1930: tra mezzogiorno e l’una; cielo di Milano; nuvole alte coprono a tratti il sole. A bassa quota appare un piccolo aeroplano grigio-argento, un Farman. Improvvisamente comincia una nevicata di manifestini bianchi, rossi e verdi. I volantini sono intestati “Giustizia e Libertà” e invitano i milanesi a protestare, manifestando il dissenso nei confronti del regime. L’audace pilota è Giovanni Bassanesi.

Il Giusto che inventò il morbo di K

di Pietro Borromeo, Fermento, 2007, pp.61, euro 4,90

Secondo un proverbio talmudico “Chi salva una vita, è come se avesse salvato il mondo intero”, perché esso sussiste soltanto per merito delle azioni dei Giusti (uomini e donne) che vivono in mezzo a noi, tra le nazioni del mondo. In queste pagine c’è la storia del prof. Giovanni Borromeo (1898-1961), medico, dal mondo ebraico riconosciuto “Giusto” fra le Nazioni, il 2 marzo 2005.

La costituente: storia di Teresa Mattei

Le battaglie della partigiana Chicchi, la più giovane madre della Costituzione. Con interviste a Oscar Luigi Scalfaro e Valerio Onida.

Patrizia Pacini, Edizioni Altraeconomia, 2011, pp. 222, euro 16,00

“La cosa più importante della nostra vita è aver scelto la nostra parte”: in queste parole si riassume la storia “partigiana” di Teresa Mattei, a Firenze (nome di battaglia Chicchi), eletta all’Assemblea Costituente con il PCI a soli 25 anni, “madre” della nostra Costituzione e ideatrice della mimosa, simbolo dell’8 marzo (Festa della Donna).

L’Angelo del Tiburtino

Storia di Michele Bolgia, il ferroviere che salvò centinaia di deporati.

Gerardo Severino, Chillemi, 2011, pp.80, euro 12,00

 

Il 18 ottobre 1943, dal primo binario della stazione ferroviaria di Roma-Tiburtina, stipati in un convoglio di 18 carri merci, piombati, più di mille ebrei romani, intere famiglie, vecchi e bambini, strappati dalle loro case furono deportati ad Auschwitz-Birkenau.

Alla corte del Duce

di Antonio Spinosa, Mondadori, 2000, pp.381, euro 18,00

Dall’infanzia di Benito Mussolini, in un “lembo terminale della pianura padana”, fino a Piazzale Loreto, Antonio Spinosa ricostruisce, con ricchezza di particolari e testimonianze, una ideale biografia del regime e del suo capo, attraverso le amicizie, gli intrighi, i rapporti di potere, i tradimenti, facendo rivivere le figure più note del Ventennio, ma anche quelle trascurate dalla storiografia ufficiale.

Poesia civile e politica dell’Italia del Novecento

a cura di Erneso Galli della Loggia, Bur, 2011, pp. 396, euro 16,00

Da Pascoli a D’Annunzio, da Marinetti a Palazzeschi, da Ungaretti a Montale e a Saba;  ma anche Pavese, Sereni, Penna, Pasolini, Raboni. Tutti i nomi più importanti della poesia italiana del Novecento, letti attraverso quei testi che hanno saputo cogliere, registrare, raccontare lo spirito di un secolo.

Diario di un anno

2 giugno 1943-10 giugno 1944.

di Ivanoe Bonomi, Garzanti, 1947, pp. 204

Questo diario, “ritrovato” di recente, ricostruisce per la storia dell’Italia tre importanti periodi, tra il giugno 1943 e il 10 giugno 1944.
È anche l’occasione per ricordare la figura e l’opera, soprattutto in quegli anni, di Ivanoe Bonomi (1873-1951), a sessant’anni dalla scomparsa. Socialista moderato e riformista, fu più volte ministro e presidente del Consiglio (1921-22); responsabile del Comitato di Liberazione Nazionale centrale (1943), Bonomi fu Capo del Governo (giugno 1944-giugno 1945) e presidente del Senato dell’Italia repubblicana (1948-1951).

L’ultima lettera di Benito

Mussolini e Petacci: amore e politica a Salò 1943-45.

Pasquale Chessa e Barbara Raggi, Oscar Mondadori, 2012, pp.226, euro 10,50

“Tanto per cominciare si chiama Clara – precisano gli Autori nella prefazione – non Claretta”. E “lei” si fa chiamare Clara. Mussolini, così, indirizza a Clara (Petacci) le lettere che le scrive durante i seicento giorni di Salò.

Tra il 10 ottobre 1943 e il 18 aprile 1945, le lettere sono 318 (conservate nell’Archivio centrale dello Stato). Dall’esame svolto da Chessa e Raggi emerge una corrispondenza personale, destinata a ricentrare le immagini storiche dei due personaggi e, nel contempo, a “rivedere” molti punti della storia della “repubblica di Mussolini”.